Più di 2000 persone hanno partecipati ai corsi di Degustazione Vini guidati da Roger Sesto. Giornalista, collaboratore di prestigiose guide e testate, curioso e appassionato conoscitore di vini, per Il Tempo Ritrovato è docente dei corsi base di Como, Lecco e Monticello, oltre a tenere numerosi corsi di approfondimento e avanzati. Alla sua pagina tutte le proposte. Intanto eccolo presentarsi nella nostra versione del Questionario di Proust.

Il tratto principale del mio carattere
Sono curioso, affamato di sapere, con interessi multidisciplinari, (auto)ironico

La qualità che più apprezzo in una persona
Lealtà, franchezza, educazione, senso dell’umorismo

Il mio principale difetto
Ho dei tratti narcisistici, che mi rendo conto possano essere pesanti a volte

La mia occupazione preferita
Fra i tanti miei hobby, amo il cinema, l’automobilismo, la musica e i giochi di simulazione (da tavolo). Vino a parte, ovviamente.

Il mio sogno di felicità
Essere (stato) un buon genitore (ho due figli, 18 e 15 anni)

Cosa sognavo di essere da bambino
La mia più grande passione era l’astrofisica, avrei voluto fare l’astronomo (non l’astronauta, come il 90% dei bambini!)

Il profumo o odore che preferisco
Quello della pietra focaia, del tabacco da pipa e dell’incenso (non quello indiano, proprio l’incenso che si usa ancora in chiesa).

Il mio luogo del cuore
A Roma e a Parigi, mi sento come fossi a casa mia.

Un oggetto a cui sono particolarmente affezionato
I miei libri, soprattutto quelli con dedica, i miei vini/calici, i miei giochi di simulazione (oltre ovviamente alle foto dei miei figli).

I miei artisti preferiti (scrittori, pittori, musicisti, fotografi…)
Dalì, De Chirico, Gaudì, i noir scandinavi, Montàlban, Fellini, Eco, Odifreddi, Bob Marley, The Clash, Kubrick, Tarantino, Giger, David Lachapelle… (in ordine sparso).

Quel che detesto più di tutto
L’essere accusato di qualcosa ingiustamente (senza aver “commesso il fatto”, per usare una formula giuridica). L’ipocrisia. Il qualunquismo. Il razzismo in ogni sua forma.

Il dono di natura che vorrei avere
Saper dipingere. Purtroppo sono completamente negato per questa forma artistica, sebbene la ami. Inoltre vorrei avere più dimestichezza con la matematica, che pure adoro.

Un obiettivo per il futuro
Scrivere un libro, non per forza strettamente legato al vino in senso tecnico. Per esempio un saggio sul vino nel cinema o nella musica o nella pittura (temi che ho già affrontato in miei articoli).

Il mio motto
Venero color che sanno, amo color che anelan il sapere.

Come è nata (e poi cresciuta) la passione per il mondo del vino?
Sinceramente non lo so. Da quando avevo 4 anni seguivo Veronelli in TV e il mondo dell’enogastronomia, e particolarmente quello del vino mi ha sempre attratto magneticamente. Credo sia una passione innata.

Cosa diresti a un nuovo corsista per invitarlo a partecipare?
Imparerai l’universo dei profumi. L’olfatto è forse – tra i 5 sensi – il più affascinante. Noi mangiamo e beviamo “col naso”, assai più che col gusto. Scoprirai una tua rinnovata esistenza.

Raccontaci un aneddoto significativo legato a uno dei corsi che hai tenuto.
Più che un aneddoto vero e proprio, mi sorprende sempre la diversa, quando non opposta, reazione delle persone a determinate mie affermazioni, soprattutto quelle ironico/umoristiche: da chi si scompiscia dalle risate, a chi non le capisce, a chi si scandalizza (come in un questionario in cui una tizia scrisse che le mie battute sono da adolescente con eccessi ormonali, o qualcosa del genere; mentre tutti gli altri, plaudirono ai medesimi motti di spirito). Inoltre rimango sempre perplesso quando a fine corso, leggendo i suddetti questionari, leggo numerosi 100% e magari 1 o 2 30%, dove mi si dice in pratica che invece di divulgare mi sono dilettato a fare la supercazzola: e gli altri 10-12 che mi hanno dato 100% son tutti cretini!?

Cosa ne pensi del mondo dell’enologia oggi?
Dopo decenni in cui l’enologo “aggiustava” i vini in cantina senza curarsi della qualità delle uve (parlo dell’Italia), da una ventina di anni si è capita la centralità della figura dell’agronomo, senza il quale non si può avere un’uva di eccellenza, capace a sua volta di tradursi in grandi vini. L’enologo ha capito che il suo “mestiere” deve essere quello di tradurre un’uva di qualità in un vino di altrettanto valore, non di rabberciare quest’ultimo in cantina, con interventi invasivi, se non peggio… Poi bisognerebbe parlare dei drammatici cambiamenti climatici che stanno stravolgendo tutti i consolidati protocolli vitivinicoli, ma questo è un altro discorso…

Quale vino suggeriresti per una serata a due, e perché?
Non per essere esterofilo, né banale, ma lo Champagne è sempre lo Champagne; la sua magia è inimitabile, e per una serata a due, specie se romantica e se è la prima uscita, la sua presenza è pressoché imprescindibile. Oltre al fatto tecnico che si tratta di un vino che praticamente si adatta a ogni piatto: è la tipologia più universale, da un punto di vista enogastronomico.

Qual è il consiglio più importante che daresti a chi si avvicina alla degustazione?
In primis l’umiltà: oggi vi sono tanti blogger che magari hanno assaggiato in vita loro 4 vini in croce e sparano giudizi scriteriati, magari mettendo a repentaglio la reputazione di vignaioli seri o di giornalisti “veri”. Poi la perseveranza; l’allenamento; la memoria; il confronto con altri che ne sanno di più all’inizio e con altri appassionati poi. Senza sovrastrutture ideologiche, ma da liberi pensatori, mentalmente aperti (oggi anche il vino ha purtroppo i suoi “partiti”: chi beve solo i cosiddetti vini “naturali”, chi quelli “vegani”, chi gli “orange”: ma non per convinzioni maturate autonomamente e sul campo, ma per condizionamenti esterni, più o meno modaioli).